Le Convulsioni

Cosa sono, cause, cosa fare

Cosa sono le convulsioni:

Le convulsioni sono contrazioni involontarie dei muscoli scheletrici e possono essere:

- toniche, ossia contrazioni muscolari prolungate.

- cloniche, ossia contrazioni di breve durata alternate a rilassamento.

- tonico-cloniche, ossia violente contrazioni muscolari seguite dal rilassamento della stessa muscolatura.

Cause delle convulsioni:

Le convulsioni sono molto più frequenti nei bambini che non negli adulti, e sono spesso associate all'insorgere di febbre alta.

- la causa più frequente delle convulsioni è l'epilessia idiopatica, cioè senza causa nota.

Altre cause sono dovute a :

- malattie del sistema nervoso centrale come meningiti, encefaliti, tumori.

- intossicazioni endogene ed esogene come uremia ed alcolismo.

- malattie infettive come tetano e rabbia.

Come si presenta un attacco di convulsioni:

La crisi dura alcuni minuti ed è seguita da una fase di torpore post-critico della durata di alcuni minutidurante i quali ritorna progressivamentela coscienza, anche se il paziente può rimanere confuso ancora per molte ore.

Durante un attacco di convulsioni il paziente presenta:

- contrazioni tonico-cloniche diffuse a tutto il corpo.

- perdita di coscienza.

- aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

- dilatazione delle pupille.

- apnea, ossia interruzione del respiro, con conseguente cianosi (labbra bluastre).

- occhi rivolti in alto e capo proiettato all'indietro.

- possibile perdita di urina.

Cosa fare in presenza di convulsioni:

- se possibile, sorreggere e sdraiare il paziente per impedire che si ferisca cadendo.

- allontanare qualsiasi oggetto con cui potrebbe ferirsi.

- al termine del periodo convulsivo, lasciar riposare il paziente nella posizione più comoda, prestando attenzione al vomito.

- in caso di febbre applicare una borsa del ghiaccio sulla fronte.

- rivolgersi al pronto soccorso.

Cosa non fare in presenza di convulsioni:

- non cercare di contenere le convulsioni.

- non offrire da bere al paziente.

- non schiaffeggiare per favorire il ritorno della coscienza.

- non rialzare il paziente subito dopo la crisi.